Notice patient TAMOXIFENE TEVA 20 mg, comprim� pellicul�
Notice patient TAMOXIFENE TEVA 20 mg, comprim� pellicul�
Normalmente il trattamento con il tamoxifene è prescritto per cinque anni, anche se alcuni oncologi lo prescrivono per due anni e altri a tempo indeterminato. Attualmente si ritiene che cinque anni siano la durata ideale per pazienti in pre-menopausa, mentre per le pazienti in post-menopausa la durata è variabile. Sono in corso degli studi miranti a verificare per quanto tempo dovrebbe estendersi il trattamento con il tamoxifene dopo l’intervento per carcinoma mammario. Inoltre, il tamoxifene si è rivelato efficace anche nel trattamento della ginecomastia e della mastalgia negli uomini in terapia per il tumore della prostata con antiandrogeni. Dagli studi clinici, infatti, è emerso che il principio attivo può determinare un netto miglioramento di questi sintomi indotti dalla terapia antiandrogena impiegata contro il carcinoma prostatico.
Informazioni commerciali sulla prescrizione
È importante discutere con il proprio medico per determinare il momento migliore per assumere il Tamoxifene. Scopriamo insieme il momento ottimale per assumere il tamoxifene, farmaco fondamentale nel trattamento di alcuni tipi di tumore al seno. La scelta del Tamoxifene originale dovrebbe essere guidata dall’autorevolezza del produttore e dalla qualità del farmaco.
Per questi casi così delicati è importante fare attenzione ad eventuali errori del ginecologo, del senologo o dell’oncologo e accertarsi che tutto proceda per il verso giusto. Se sorgono dubbi, incomprensioni o mancanza di fiducia, è importante affidarsi ad un avvocato esperto in malasanità che possa dare un parere oggettivo e verificare l’eventualità di errori specifici e che abbiano portato a danni rilevanti. In pazienti che ricevono tamoxifene sono stati riportati comunemente crampi alla gamba e mialgia. Comunemente, può essere associato all’impiego di tamoxifene un incremento dei livelli sierici dei trigliceridi in alcuni casi con pancreatite. Sono stati segnalati alcuni casi di visione annebbiata, perdita di acuità visiva, disturbi visivi, tra cui rari casi di alterazioni corneali, cataratta (inclusa formazione di cataratta e operazioni chirurgiche per cataratta) e retinopatia.
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Nelle pazienti con carcinoma mammario, a livello del tumore, il tamoxifene agisce principalmente come un antiestrogeno, inibendo il legame dell’estrogeno al recettore estrogenico. Tuttavia, in studi clinici è stato evidenziato un certo beneficio nei tumori con recettori per gli estrogeni negativi, il che può indicare altri meccanismi di azione. Nell’esperienza clinica, è riconosciuto che il tamoxifene induce riduzione dei livelli ematici di colesterolo totale https://golfbaanameland.nl/steroidii-cosa-sono-e-come-vengono-utilizzati-23/ e delle lipoproteine a bassa densità nell’ordine del 10 – 20% nelle donne in post-menopausa. Inoltre, è stato riportato che il tamoxifene induce il mantenimento della densità minerale ossea nelle donne in post-menopausa.
L’uso di tamoxifene in associazione con un inibitore dell’aromatasi come terapia adiuvante non ha mostrato un’efficacia migliore rispetto a tamoxifene da solo. Nella ricostruzione microchirurgica ritardata del seno Tamoxifene EG può aumentare il rischio di complicanze della falda microvascolare. Reazioni avverse cutanee (SCARs, severe cutaneous adverse reactions), che includono la sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e la necrolisi epidermica tossica (TEN), che possono essere pericolose per la vita o fatali. Se compaiono segni e sintomi indicativi di queste reazioni, Tamoxifene EG deve essere sospeso immediatamente e deve essere preso in considerazione un trattamento alternativo (come appropriato).
TAMOXIFENE TEVA 20 mg, comprim� pellicul� – Notice patient
- Nelle pazienti con carcinoma mammario, a livello del tumore, il tamoxifene agisce principalmente come un antiestrogeno, inibendo il legame dell’estrogeno al recettore estrogenico.
- La scelta del Tamoxifene originale dovrebbe essere guidata dall’autorevolezza del produttore e dalla qualità del farmaco.
- Normalmente il trattamento con il tamoxifene è prescritto per cinque anni, anche se alcuni oncologi lo prescrivono per due anni e altri a tempo indeterminato.
- E’ stato riportato in letteratura che l‘interazione farmacocinetica con la rifampicina, agente che induce il CYP3A4 , comporta una riduzione dei livelli plasmatici di tamoxifene.
- Queste situazioni, definite anche di GM “fisiologica”, sono attribuite ad una sensibilità elevata dei tessuti mammari allo stimolo degli ormoni che compaiono durante il processo puberale.
- Non sono stati ancora completamente chiariti gli effetti di tali osservazioni nel trattamento dei metabolizzatori lenti del CYP2D6 (vedere sezioni 4.4, 4.5 e 5.2).
La scelta di iniziare il trattamento con letrozolo dipende da diversi fattori, inclusi lo stato menopausale della paziente e la presenza di specifiche caratteristiche molecolari del tumore. Secondo i risultati di uno studio clinico tutto italiano, bastano 5 milligrammi al giorno del farmaco per tre anni per ridurre del 50 per cento circa il rischio di recidiva della malattia, senza effetti collaterali importanti. Seppure lei sia in menopausa ogni donna continua a produrre estrogeni in sedi diverse dalle ovaie. La terapia ormonale può raggiungere le cellule tumorali micrometastatiche e riduce sensibilmente il rischio di recidiva. Non assumere la terapia ormonale espone al rischio di recidiva locale ed a distanza. La ricerca ha coinvolto 500 donne con cancro della mammella non invasivo (carcinoma duttale in situ, carcinoma lobulare in situ, iperplasia lobulare atipica) già sottoposte a intervento chirurgico ed eventuale radioterapia.
Informazioni aggiuntive riguardanti la sua prescrizione sono riportate nella sezione 4.6. In questi studi Nolvadex è stato somministrato per la durata massima di un anno, senza evidenza di alcun effetto avverso sul controllo del tumore prostatico valutato mediante il dosaggio del PSA. Quando tali effetti collaterali sono gravi è possibile controllarli attraverso una semplice riduzione del dosaggio senza influenzare la risposta al trattamento. È necessario consultare lo specialista per valutare l’opportunità del proseguimento o della sospensione del trattamento o di eventuali modifiche dello stesso. La conosciuta e principale via del metabolismo di tamoxifene nell’uomo è la demetilazione, catalizzata da enzimi CYP3A4. È stato riportato in letteratura che l’ interazione farmacocinetica con la rifampicina, agente che induce il CYP3A4, comporta una riduzione dei livelli plasmatici di tamoxifene.
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